sabato 10 dicembre 2011

Primo post

Primo post. Prima domanda. Perché lo fai?

Scusa n.1
Il blog è una scusa per scrivere. Se no non lo faccio.


Scusa n.2
Oggi piove e ho voglia di trafficare online. Creare qualche link, uploadare qualche foto...

Scusa n.3
Voglio dare un po' di prospettiva a quella porzione di immaginario collettivo intitolata "Giappone". Basta storie tipo "Una scampagnata a Nara", "L'arte dell'ikebana", "Quanto sono strani questi pachinko"...

Scusa n.4
Ma ci vuole sempre un buon motivo per fare qualcosa?

La scusa n.3 mi ricollega al fatto cruciale – ovvero – di cosa si parlerà in questo blog? Di Giappone ovviamente. Ma di quale Giappone? Viste le attenzioni dedicate dai nippo-bloggatori a tutto ciò che riguarda architettura, cultura tradizionale, nuovi gadget e scampagnate a Nara, questo blog sarà tutto dedicato alla società.

Società, che parolona. Diciamo a un po' di società, quella che i vari antropologi ecc. si sono sforzati di scoprire. Chi sono i Jappi non lo sanno bene nemmeno loro. Di certo però il Giappone di oggi non è tutto bonsai e cerimonie del te. Ma non è nemmeno quell'ammasso di stereotipi – quel mix di shinkansen+harajuku fashion+cessi high tech che ci viene spesso propinato. Questi sono esempi di folklore e cultura. La società però è altrove. Ed è fatta di famiglie, anziani, scuole, prigioni, ospedali e cimiteri. E La società, quella senza stereotipi, è spesso taciuta in questo paese. Taciuta, censurata, imbellettata.

Amo e odio il Giappone. E a chi leggerà i prossimi post auguro, come è successo a me, di appassionarsi ancora di più.

Katakanate è un nome stupido (ovviamente).
Una volta un amico mi chiese "ma che è キュート ?"
Io rispondo "sarà la solita katakanata".

Katakanate è un nome che raggiunge due scopi. Fa ridere e ci ricorda che una katakanata non sarà mai davvero 日本語 e nemmeno クール, ma sarà forse una piccola finestra sul mondo.

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